LES INCONSOLABLES
15 maggio - 21 maggio - 22 maggio 2023
théatre LUCERNAIRE Paris





 



 
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AU NOM DE L'AMOUR
16 maggio - 22 maggio - 23 maggio 2022
théatre LUCERNAIRE Paris





 



 
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A PORTE CHIUSE
3 ottobre - 15 ottobre 2017
TEATRO STANZE SEGRETE

La “Porta chiusa” di Sartre in realtà non è chiusa; sono Garcin, Estelle e Ines, i tre protagonisti, a non volerla aprire.

Loro stessi “si dannano”, si fanno artefici del loro inferno. Questa terza opera teatrale di Sartre ebbe da subito un travolgente impatto ispirando fino ai giorni nostri film e commedie di successo. La filmografia e drammaturgia è infatti ormai colma di “cene” e “incontri” che alla fine si trasformano in furiosi scontri senza via d’uscita (vedi i recenti “Carnage”, “Perfetti sconosciuti” etc.). Anche il colpo di scena che rivela l’effettiva condizione del protagonista è stato usato da innumerevoli drammaturghi e sceneggiatori a partire da” La Signora di Shangai” di Orson Wells (uscito nel 48; il testo di Sartre è del 44)  fino al recente “Sesto senso”.
Sartre dichiara che ha voluto intendere che l’inferno sono gli altri. È necessario allora partire da questa sua lapidaria affermazione. Dunque: l’inferno è, comunque lo si voglia immaginare o rappresentare, una punizione per azioni che hanno provocato dolore e sofferenza in qualcun altro; ne consegue che senza un “altro” non può esserci sbaglio ma anche che l’altro è il punto di riferimento per ogni nostra azione, negativa o positiva. Nella stanza di Huis Close non ci sono specchi, non ci si può rifugiare nella propria immagine, nei propri bisogni e pensieri apparenti. Il vero specchio è l’altro, che non permette di scegliere cosa guardare di se stessi ma costringe ad affrontare anche i meandri più oscuri del proprio essere. Tuttavia è necessario un terzo “specchio” per smascherare colpe, menzogne e ipocrite complicità e provocare laceranti sensi di colpa. Gli altri dunque sono l’inferno, la punizione. Ma l’umanesimo in Sartre è troppo preponderante perché questa affermazione non sottintenda il vero scopo di ogni punizione: la liberazione dall’errore e quindi la riscoperta della necessità dello stare insieme; intendendo il crescere insieme, il condividere, il sostenersi, l’aiutarsi a uscire dall’inferno della solitudine.
La battuta con cui Garcin chiude il dramma lascia intendere che la punizione continuerà ma che una salvezza forse sarà possibile. Chissà che Sartre non abbia ispirato in questo modo anche quella scelta da Stanley Kubrick per chiudere il suo “Eyes Wide Shut”: Nicole Kidman e Tom Cruise (presenti, come un terzo personaggio/specchio, i loro figli adolescenti) ancora storditi dagli avvenimenti si guardano in silenzio. Sono soli, terribilmente. Cruise, spaurito e fragilissimo domanda alla moglie: “E adesso che facciamo?” Lei, altrettanto sola, fragile e spaurita ma ormai consapevole, risponde con un verbo, che rivela un progetto, una via d’uscita, un possibile “riveder le stelle”. Ma il soggetto non sarà più una prima persona singolare: non più “io”, ma “noi”.
 





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Speciale APPLAUSI condotto da Marzullo

 
Video Promo dello spettacolo

 




 



 
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A PORTE CHIUSE
28 novembre - 22 dicembre 2016
TEATRO STANZE SEGRETE

La “Porta chiusa” di Sartre in realtà non è chiusa; sono Garcin, Estelle e Ines, i tre protagonisti, a non volerla aprire.

Loro stessi “si dannano”, si fanno artefici del loro inferno. Questa terza opera teatrale di Sartre ebbe da subito un travolgente impatto ispirando fino ai giorni nostri film e commedie di successo. La filmografia e drammaturgia è infatti ormai colma di “cene” e “incontri” che alla fine si trasformano in furiosi scontri senza via d’uscita (vedi i recenti “Carnage”, “Perfetti sconosciuti” etc.). Anche il colpo di scena che rivela l’effettiva condizione del protagonista è stato usato da innumerevoli drammaturghi e sceneggiatori a partire da” La Signora di Shangai” di Orson Wells (uscito nel 48; il testo di Sartre è del 44)  fino al recente “Sesto senso”.
Sartre dichiara che ha voluto intendere che l’inferno sono gli altri. È necessario allora partire da questa sua lapidaria affermazione. Dunque: l’inferno è, comunque lo si voglia immaginare o rappresentare, una punizione per azioni che hanno provocato dolore e sofferenza in qualcun altro; ne consegue che senza un “altro” non può esserci sbaglio ma anche che l’altro è il punto di riferimento per ogni nostra azione, negativa o positiva. Nella stanza di Huis Close non ci sono specchi, non ci si può rifugiare nella propria immagine, nei propri bisogni e pensieri apparenti. Il vero specchio è l’altro, che non permette di scegliere cosa guardare di se stessi ma costringe ad affrontare anche i meandri più oscuri del proprio essere. Tuttavia è necessario un terzo “specchio” per smascherare colpe, menzogne e ipocrite complicità e provocare laceranti sensi di colpa. Gli altri dunque sono l’inferno, la punizione. Ma l’umanesimo in Sartre è troppo preponderante perché questa affermazione non sottintenda il vero scopo di ogni punizione: la liberazione dall’errore e quindi la riscoperta della necessità dello stare insieme; intendendo il crescere insieme, il condividere, il sostenersi, l’aiutarsi a uscire dall’inferno della solitudine.
La battuta con cui Garcin chiude il dramma lascia intendere che la punizione continuerà ma che una salvezza forse sarà possibile. Chissà che Sartre non abbia ispirato in questo modo anche quella scelta da Stanley Kubrick per chiudere il suo “Eyes Wide Shut”: Nicole Kidman e Tom Cruise (presenti, come un terzo personaggio/specchio, i loro figli adolescenti) ancora storditi dagli avvenimenti si guardano in silenzio. Sono soli, terribilmente. Cruise, spaurito e fragilissimo domanda alla moglie: “E adesso che facciamo?” Lei, altrettanto sola, fragile e spaurita ma ormai consapevole, risponde con un verbo, che rivela un progetto, una via d’uscita, un possibile “riveder le stelle”. Ma il soggetto non sarà più una prima persona singolare: non più “io”, ma “noi”.
 





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Speciale APPLAUSI condotto da Marzullo

 
Video Promo dello spettacolo

 




 



 
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CONFITEOR - S Agostino fra l`Estasi e l`Ombra
Gubbio (PG) 6 ottobre 2016
a cura di Gennaro Colangelo con Anna Clemente Silvera, Nicholas Gallo e Marianna Masciolini

Lo spettacolo teatrale incentrato sulle visioni interiori di S. Agostino, è stato scritto da Gennaro Colangelo appositamente per il 'Festival del Medioevo'.  "Personaggio centrale del mondo tardo antico  - spiega Colangelo -   è S. Agostino, autore di una monumentale opera teologica, filosofica e culturale che si impone come modello fino ai giorni nostri e influenzò profondamente il Medioevo. Considerato come il vero fondatore dell'autobiografia spirituale, stimola ancor oggi l'uomo contemporaneo a interrogarsi sul senso delle relazioni umane e offre l'opportunità, attraverso lo spettacolo 'Confiteor', di costruire una architettura scenica che racconta fra l'altro il suo rapporto con la madre, la compagna e il figlio, con un approccio di grande modernità, anche grazie all'interpretazione di Roberto Herlitzka,  uno dei più grandi attori contemporanei.
(fonte: ufficiostampa@festivaldelmedio

 
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FORTEmenteROSA
L'associazione culturale FORTEmenteROSA con il patrocinio del Comune di Forte dei Marmi
e' lieta di invitarvi all'evento del 2 giugno 2016 per celebrare l'anniversario del diritto al voto
acquisito dalle donne e per divulgare un messaggio di sensibilizzazione contro la violenza di genere. 

Il secondo appuntamento con l'associazione FORTEmenteROSA dedicato alla riflessione sulla violenza di genere sarà in Piazza Garibaldi sabato 18 giugno alle ore 19.00.

Ecco il Programma:




 
 



 
    Camilla Calabro'
                         (La Presidente di FORTEmenteROSA)
 
 
Per informazioni
Camilla Calabro'      339-6318998
Cristina Menni         339- 5993475
Gaia Nebuloni Chiti 393 9221454
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Are you jewish
13-14-15 MARZO 2015
 CASA DELLE CULTURE DI ROMA
Via San Crisogono, 45 (P.za Sonnino)
 13 - 15 marzo 2015 ore 21:00


 ARE YOU JEWISH?
 di Gabriel Davis, Bruce J. Bloom, Julianne Bernstein
 con Anna Clemente Silvera, Maurizio Palladino, Giulio Cancelli
 Regia di Maurizio Palladino

 Con il patrocinio della Fondazione Museo della Shoah

 Are You Jewish? è un trittico di atti unici contemporanei (inediti in Italia) che affronta il tema dell'identità ebraica con tono leggero,
 malinconico e  picchi di tragicommedia intrisa di umorismo yiddish.
 
Bar Mitzvah di Gabriel Davis
 
 Il Bar Mitzvah è un importante spartiacque nella vita di un giovane ebreo: a 13 anni e un giorno viene sancito il passaggio all’età della maturità.
 Ma  Ben è convinto che qualcosa sia andato storto quel giorno, e oggi, a 26 anni, ha deciso di fare un nuovo tentativo.
 Forse questa volta sarà pronto per diventare veramente adulto…
 




La miglior ultima cena della Storia di Bruce Bloom
 
 Avram e Netti sono gli ultimi ebrei rimasti dopo il rastrellamento del ghetto di Cracovia.
 Tutto sembra perduto, l'orda nazista incombe... finché non fa  la sua comparsa un personaggio inaspettato, un Cuoco cinico e vanesio che,
 con la connivenza di un alto ufficiale delle SS, ha preparato alla coppia un'ultima cena coi fiocchi. Peccato non sia un pasto kosher.
 E può darsi che quello sia prosciutto?
 
 
 
Finchè morte non li separi di Julianne Bernstein
 
 I novelli divorziati di mezz'età Art e Lucille si ritrovano costretti a passare l'eternità insieme in una bara a due piazze.
 Una buona occasione per appianare le divergenze di un matrimonio finito male...

Video dello spettacolo:








 


 




 

 
 



 
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La Scena Interrotta
22 GENNAIO 2015
IMMAGINI e VOCI della Shoah



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Duras mon amour
26 -30 novembre 2014
La più famosa scrittrice del Novecento francese, Marguerite Duras, in scena a Roma dal 26 al 30 novembre al Teatro Lo Spazio di Roma. 


L’associazione Chai Teatro produce lo spettacolo Duras Mon Amour, drammaturgia originale che ricostruisce gli ultimi mesi di vita della scrittrice. Sullo sfondo di mezzo secolo di storia francese, Duras racconta se stessa, la politica, i mariti, gli amici e il suo ultimo amore Yann, diventando ella stessa personaggio da romanzo.


Tenera e violenta, capace di grande generosità e incontenibili furori, l’autrice de "Il dolore", "L’amante" e tante altre opere di successo, dialoga con i propri fantasmi in un serrato incontro/scontro con gli uomini della sua vita, convinta che la solitudine dell’intellettuale sia la condizione della sua libertà creativa ma anche il duro prezzo da pagare al pubblico e al sistema mediatico famelico e invasivo, portato a divorare i propri idoli.


La lotta contro le ingiustizie sociali e la capacità di battersi per preservare le proprie idee, caratterizzano l’ultima fase di una donna che mantiene la sua lucidità e il suo disprezzo per i mediocri fino alla fine.


Protagonista della pièce l’attrice Anna Clemente Silvera, affiancata da Maurizio PalladinoVincenzo BocciarelliRiccardo Marotta e Luca Colucci.




Video dello spettacolo:

 




 




 
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Duras mon amour
8 - 12 ottobre 2014
La più famosa scrittrice del Novecento francese, Marguerite Duras, in scena a Roma dal 8 al 12 ottobre al Teatro Piccolo Eliseo di Roma. 


L’associazione Chai Teatro produce lo spettacolo Duras Mon Amour, drammaturgia originale che ricostruisce gli ultimi mesi di vita della scrittrice. Sullo sfondo di mezzo secolo di storia francese, Duras racconta se stessa, la politica, i mariti, gli amici e il suo ultimo amore Yann, diventando ella stessa personaggio da romanzo.


Tenera e violenta, capace di grande generosità e incontenibili furori, l’autrice de "Il dolore", "L’amante" e tante altre opere di successo, dialoga con i propri fantasmi in un serrato incontro/scontro con gli uomini della sua vita, convinta che la solitudine dell’intellettuale sia la condizione della sua libertà creativa ma anche il duro prezzo da pagare al pubblico e al sistema mediatico famelico e invasivo, portato a divorare i propri idoli.


La lotta contro le ingiustizie sociali e la capacità di battersi per preservare le proprie idee, caratterizzano l’ultima fase di una donna che mantiene la sua lucidità e il suo disprezzo per i mediocri fino alla fine.


Protagonista della pièce l’attrice Anna Clemente Silvera, affiancata da Maurizio PalladinoVincenzo Bocciarelli, Francesco Tozzi e Massimiliano Mastroeni.
 



Video dello spettacolo:

Foto dello spettacolo:

   







 
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Duras mon amour
26 - 28 aprile 2013
Testo di Gennaro Colangelo
Regia di Maurizio Palladino
Foto e Grafica di Federico Gnesini
Luci di Francesco Barbera

con Anna Clemente SilveraMaurizio Palladino,Andrea BellessoStefano Moretti e Francesco Tozzi

 

La più famosa scrittrice del Novecento francese, Marguerite Duras, in scena a Roma dal 26 al 28 aprile al Teatro Cometa Off. L’associazione Chai Teatro produce lo spettacolo Duras Mon Amour, drammaturgia originale che ricostruisce gli ultimi mesi di vita della scrittrice. Sullo sfondo di mezzo secolo di storia francese, Duras racconta se stessa, la politica, i mariti, gli amici e il suo ultimo amore Yann, diventando ella stessa personaggio da romanzo.

Tenera e violenta, capace di grande generosità e incontenibili furori, l’autrice de "Il dolore", "L’amante" e tante altre opere di successo, dialoga con i propri fantasmi in un serrato incontro/scontro con gli uomini della sua vita, convinta che la solitudine dell’intellettuale sia la condizione della sua libertà creativa ma anche il duro prezzo da pagare al pubblico e al sistema mediatico famelico e invasivo, portato a divorare i propri idoli.

La lotta contro le ingiustizie sociali e la capacità di battersi per preservare le proprie idee, caratterizzano l’ultima fase di una donna che mantiene la sua lucidità e il suo disprezzo per i mediocri fino alla fine.

Protagonista della pièce l’attrice Anna Clemente Silvera, affiancata da Andrea BellessoMaurizio PalladinoFrancesco Tozzi e Stefano Moretti.




Note di regia
Nelle note di regia di India Song, Marguerite Duras ha scritto che il lavoro «si costruirà a partire dal suono, poi dalla luce».

Così avviene per Duras Mon Amour, dove elementi elusivi e allusivi si combinano e si con-fondono, inquadrando i quadri scenici come tranches de vie degli ultimi mesi di vita della grande scrittrice francese.

Nell’appartamento parigino al n.5 di Rue Saint-Benoit, divenuto negli anni sempre più claustrale, si sviluppa una dialettica notturna frutto di una tortura reciproca, attraverso la lenta discesa agli inferi di due sopravvissuti, in cui il testo dialoga col Cielo mentre la scrittura scenica commercia con l’Inferno.

Al centro del gioco si colloca una figura femminile infelice e vampiresca, adorata da schiere di lettori in tutto il mondo, ma ancora oscillante tra il desiderio di successo e l’indifferenza verso la vita, in equilibrio tra un passato ancora denso di misteri o ambiguità e un presente in cui respinge e insieme ricerca l’attenzione di tutti.

Non pretendiamo che la donna al centro del dramma sia la vera Duras, non esigiamo che venga riconosciuta come la nostra Duras, ma se questo nome famoso include le interpretazioni e i significati che un grande autore ingloba nel suo orizzonte di senso, allora la protagonista in qualche misura è comunque Duras. Eternamente in bilico tra verità e menzogna e quindi perfettamente adeguata al teatro: strumento ineffabile di illusione, menzogna che dice sempre la verità.

Video dello spettacolo:


 
Foto dello spettacolo:



 
 

 


 

 

 

 
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Are You Jewish
 
26 -feb -2 marzo 2014
 TEATRO COMETA OFF
 Via Luca Della Robbia, 47 -  Roma
 26 febbraio – 2 marzo 2014


 ARE YOU JEWISH?
 di Gabriel Davis, Bruce J. Bloom, Julianne Bernstein
 con Anna Clemente Silvera, Maurizio Palladino, Andrea Bellesso
 Regia di Giorgio Treves
 Con il patrocinio della Fondazione Museo della Shoah

 Are You Jewish? è un trittico di atti unici contemporanei (inediti in Italia) che affronta il tema dell'identità ebraica con tono leggero,
 malinconico e  picchi di tragicommedia intrisa di umorismo yiddish.
 
Bar Mitzvah di Gabriel Davis
 
 Il Bar Mitzvah è un importante spartiacque nella vita di un giovane ebreo: a 13 anni e un giorno viene sancito il passaggio all’età della maturità.
 Ma  Ben è convinto che qualcosa sia andato storto quel giorno, e oggi, a 26 anni, ha deciso di fare un nuovo tentativo.
 Forse questa volta sarà pronto per diventare veramente adulto…
 




La miglior ultima cena della Storia di Bruce Bloom
 
 Avram e Netti sono gli ultimi ebrei rimasti dopo il rastrellamento del ghetto di Cracovia.
 Tutto sembra perduto, l'orda nazista incombe... finché non fa  la sua comparsa un personaggio inaspettato, un Cuoco cinico e vanesio che,
 con la connivenza di un alto ufficiale delle SS, ha preparato alla coppia un'ultima cena coi fiocchi. Peccato non sia un pasto kosher.
 E può darsi che quello sia prosciutto?
 
 
 
Finchè morte non li separi di Julianne Bernstein
 
 I novelli divorziati di mezz'età Art e Lucille si ritrovano costretti a passare l'eternità insieme in una bara a due piazze.
 Una buona occasione per appianare le divergenze di un matrimonio finito male...
Video dello spettacolo: 

Foto dello spettacolo:






 
 




 
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Duras mon amour
12 -14 giugno 2013
drammaturgia originale che ricostruisce gli ultimi mesi di vita della scrittrice.

Sullo sfondo di mezzo secolo di storia francese, Duras racconta se stessa, la politica, i mariti, gli amici e il suo ultimo amore Yann, diventando ella stessa personaggio da romanzo.

Tenera e violenta, capace di grande generosità e incontenibili furori, l’autrice de Il dolore, L’amante e tante altre opere di successo, dialoga con i propri fantasmi in un serrato incontro/scontro con gli uomini della sua vita, convinta che la solitudine dell’intellettuale sia la condizione della sua libertà creativa ma anche il duro prezzo da pagare al pubblico e al sistema mediatico famelico e invasivo, portato a divorare i propri idoli.

La lotta contro le ingiustizie sociali e la capacità di battersi per preservare le proprie idee, caratterizzano l’ultima fase di una donna che mantiene la sua lucidità e il suo disprezzo per i mediocri fino alla fine.

Protagonista della pièce, diretta da Gennaro Colangelo, l’attrice Anna Clemente Silvera, affiancata da Andrea Bellesso, Maurizio Palladino, Francesco Tozzi e Stefano Moretti.

Per informazioni e prenotazioni www.teatrodellacometa.it/off

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I giorni di Treblinka
27 gennaio 2013
Lo spettacolo, basato su drammaturgia originale, è la ricostruzione in chiave drammaturgica dei colloqui che la grande giornalista Gitta Sereny ebbe nel carcere di Düsseldorf nel 1971 con il criminale nazista Franz Stangl, capo del lager di Treblinka in Polonia, luogo di sterminio per un milione di persone.

Con Anna Clemente Silvera nel ruolo di Gitta Sereny.

Lo spettacolo, patrocinato dal Comune di Roma, ha aperto la Settimana della Memoria 2013.

http://www.comune.roma.it/wps/portal/pcr?contentId=NEW417557&jp_pagecode=newsview.wp&ahew=contentId:jp_pagecode

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